Dopo quasi una settimana di impegnato on the road, stamattina ci siamo concessi di partire più tardi. Colazione nella caffetteria dell'hotel, poi alle 8 lasciamo il Grand Canyon. Qualcuno ha pensato di venire a salutarci...
Prima di raggiungere Las Vegas, facciamo sosta al confine che separa Arizona e Nevada per visitare l'Hoover Dam, la famosa diga alta 127 metri diventata una delle attrazioni più conosciute dei dintorni della "Sin City".
Il paesaggio nel frattempo si è inaridito (il termometro segna 46 gradi!): cominciamo a vedere i primi cactus, e la forma curvilinea e aggraziata della diga crea un contrasto insolito con le distese quasi desertiche che le fanno da sfondo.
All'ingresso i veicoli possono essere sottoposti a perquisizione; per fortuna ci fanno passare senza problemi.
Facciamo qualche foto, poi andiamo verso il Lake Mead (ingresso 10 $ per veicolo, singola visita valido 7 giorni).
Seguiamo le indicazioni per Las Vegas Boat Harbor: il sole è rovente, ma dentro una cornice di
montagne rocciose le acque del Lake Mead luccicano di un azzurro intenso mai visto. Ai vari porticcioli sono attraccate barche di diverse dimensioni, ed eserciti di carpe (gigantesche! Le più grandi sono lunghe almeno 70 cm!) si affollano sotto i passaggi pedonali sperando nella generosità dei turisti che lanciano pezzi di pane.
Andiamo all'ufficio informazioni. I 5 pazzi hanno in mente un'altra idea "folle": una corsa sulle wave runner! Tutti sulle moto d'acqua! Pensavamo ci "sparassero" cifre astronomiche, e invece, a conti finiti, spendiamo 60$ a testa. Unico limite il deposito, che è di 400$ a moto, da lasciare prima del giro!
Peró siamo troppo eccitati: firmate tutte le carte (un'infinità!) - richiedono i passaporti di chi guida - andiamo al porticciolo, ci muniami di giubbotto salvagente... e via!
Che dire... siamo tornati bambini! ( ormai è una costante!).
Ale, Dani e Tony sfrecciano sull'acqua cristallina. La vista intorno mozza il fiato...
Ci dirigiamo verso la Hoover Dam per vederla da sotto...
Poi anche Vale e Bea provano il brivido della guida...
Un'ora passa in fretta, ma che esperienza!
Rientriamo abbronzati ed elettrizzati. Ci prendiamo un panino e qualcosa da bere al bar in stile marinesco del porto.
Poi, visto che le emozioni per noi non sono mai troppe, prendiamo la via verso Las Vegas, che dista 24 miglia.
Presto vediamo i primi palazzi all'orizzonte.
L'hanno definita una fabbrica dei sogni, un parco giochi luminoso, dove tornare bambini godendo di tutte le libertà che l'età adulta concede. Criticata, talvolta snobbata, come la "Città del Peccato", rifugio per gli amanti del gioco d'azzardo, per studenti in cerca di baldoria o padri e madri di famiglia in cerca di libertà, Las Vegas é bella proprio per questo: per la sua vanità, le luci caleidoscopiche che stordiscono, le illusioni che crea. Las Vegas è una città dove essere indisciplinati, dove abbandonarsi alle proprie tentazioni. Puó essere il tintinnio di una slot machine, o una spettacolo di burlesque, o un Martini ghiacciato a bordo piscina. Non importa: quello che succede a Las Vegas resta a Las Vegas.
È così da quando un gangster di nome Ben Siegel (per tutti "Bugsy"...) fece costruire un lussuoso casinó a tema tropicale (il Flamingo). Con l'arrivo della ferrovia e la legalizzazione del gioco d'azzardo (il Nevada fu il primo degli Stati Uniti a concederla), questa piccola quanto pulsante cittadina crebbe sempre di più, i casinó si ingrandirono, e sul palcoscenico comparvero showgirl francesi in topless e star del calibro di Frank Sinatra.
Ogni anno 37,5 milioni di persone vengono calamitati a Las Vegas (più di quanti ne vadano alla Mecca!). Sexy, kitsch, impudente, ma anche sofisticata e lussuosa, LV è la donna sempre pronta a soddisfare i tuoi desideri, e ci riesce senza perdere quel fascino e quella bellezza che la rendono ancora oggi una giostra di lustrini, suoni e spettacoli unica al mondo. È impossibile non aver voglia di salirci sopra. Almeno una volta nella vita.
Entrando nella città, veniamo subito travolti dall'atmosfera di LV: vediamo la piramide nera del Luxor, la Statua della Libertà al New York New York, la torre Eiffel al Paris! E poi le colonne e gli architravi del Caesars Palace, il nostro Casers palace!
Facciamo il check in e, già entrati nello spirito di Las Vegas, tentiamo l'up grade della stanza. Il trucco è semplice, ci hanno raccontato: per ottenere una camera migliore di quella che si è prenotata, bisogna infilare un biglietto da 20$ dentro il passaporto quando lo richiedono per la registrazione dei dati. Tentar non nuoce: anche questa volta ci affidiamo a Tony, che fa un tentativo con un receptionist di nome Joseph. Il tentativo riesce in parte: Joseph ci dice che hanno registrato il sold out delle stanze, e ci fa capire che, se avesse avuto una suite libera , ce l'avrebbe data. Ci saluta scusandosi mille volte: incredibili episodi firmati LV.
Facciamo il nostro primo a Las Vegas Boulevard, la luminosa e opulenta Strip attorno a cui gravita la vita diurna e notturna di Sin City.
Dopo un giro nell'immenso Forum Shop del Caesars, arriviamo in tempo per vedere le fontane del Bellagio che "danzano" a ritmo di musica... e sembra che abbiano pensato a noi, perchè il sottofondo è "Con te partirò". Uno spettacolo da pelle d'oca...
Visto che l'Italia un po' ci manca, siamo andati direttamente al Venetian, con il campanile, piazza San Marco, il ponte di Rialto e I gondolieri che portano i turisti lungo I canali. Ceniamo con un piatto di pasta in Una delle piazzette, e poi torniamo verso il Caesars, dove ci prendiamo una granatina contro il caldo che non accenna a diminuire. Prima di andare in camera, guardiamo Ale e Tony che sfidano la fortuna in un mini torneo di poker.
Ma queste sono solo le nostre prime ore a Las Vegas: cosa ci riserverà domani?
17 agosto
Stamattina ci svegliamo in una Las Vegas inondata di sole.
Vale, Tony e Dani fanno la fila alla biglietteria del teatro del Bellagio per comprare i biglietti dell' "O", il celeberrimo spettacolo su acqua del Cirque Du Solei (stasera è sold out; ripiegano sullo spettacolo di domani alle 22); Ale e Bea lo hanno visto l'anno scorso: cercano i biglietti per il "Le Réve", ma non lo danno nei giorni in cui siamo qui. Più tardi proveremo all'MGM per vedere se sono rimasti posti per il Ka.
Adesso ci dedichiamo a dello sano shopping: prendiamo un taxi fino al Premium Outlet, una specie di piccolo quartiere dove si puó passeggiare tra Tommy e Diesel, negozi di bigiotteria e scarpe. Immancabile tappa alla Converse, che ormai sembra diventato lo sponsor di questo viaggio. Le paia di Converse nel gruppo sono diventate 5!
Dopo gli acquisti, riprendiamo il taxi fino alla Strip, direzione MGM Grand. Con le sue 18 mila porte, i 7778 letti e 93 ascensori, ha detenuto il record di più grande albergo del mondo fino a poco tempo fa. Un altro primato é detenuto dal leone di bronzo che spicca davanti all'MGM, una statua di 45 tonnellate, alta 14 m. E i leoni si possono vedere anche dal vivo, nell'enorme teca al primo piano!
Ale e Bea prenotano i biglietti di domani sera per il Kà; poi torniamo in albergo per un mojito in piscina.
Alle 19 siamo diretti al Madame Tussaud Museum del Venitian per incontrare gli amici di Usaontheroad in viaggio. C'é chi, come noi, viene da est, chi invece ci racconta del clima fresco di San Francisco o della gente strana che si puó incontrare a Los Angeles. Mangiamo a buffet all'Harrahs: primi, carne, pesce, dolci... tutto fenomenale!
Poi cocktail al Treasure Island, dove assistiamo a una "battaglia" su acqua tra pirati e sirene... Tony invece va al Venetian, per vedere lo spettacolo del Blu Man Group. E torna con la foto!
18 agosto
Stamattina colazione da Starbucks all’ombra della piramide di vetro nera del Luxor. Alta 30 piani, ha reso questo albergo il megaresort più sensazionale della parte sud della Strip, assieme all’enorme sfinge e all’obelisco che si innalza verso il cielo. Statue, leoni, arazzi: in questo atrio, che potrebbe contenere nove Boeing 747 l’uno sull’altro, non manca proprio niente.
Attraverso un tapis roulant raggiungiamo poi l’Excalibur: il tema è quello della leggenda di re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda, esasperato nelle torri dai colori pastello e dai finti ponti levatoi. Un “assurdo castello”, lo definisce la guida: c’è davvero da perdersi, tra questo miscuglio di slot machine luccicanti e armature di metallo!
Il New York-New York è una metropoli in miniatura: ci sono copie in scala ridotta dell’Empire State Building e della Statua della Libertà, riproduzioni rimpicciolite dei grattacieli newyorkesi e del Ponte di Brooklyn. Bella l’atmosfera che si respira nel Greenwich Village, dove si cammina sul pavimento acciottolato passando in mezzo a irish pub, lampioni e coffee shop. Attorno all’albergo si snodano le montagne russe, che decidiamo di provare!
E per restare nelle grandi città, via in taxi al Paris, che accoglie ospiti e visitatori con musiche tipicamente francesi in sottofondo. Ci sono tutti i simboli della “grand dame” d’Europa: l’Opéra, l’Arc de Triomphe, il Louvre, la Senna, e la Tour Eiffel, ovviamente. Cartelli stradali ti indirizzano verso “Le Car Rental” o le “Toilettes”. Soffitti a volta, piccoli bistrò: una Parigi in miniatura brulicante di persone quanto la città vera!
Giro nella Strip e poi dritti in piscina. Il risultato è un conto di 72 $ di mojiti, ma berli in piscina è un lusso che non ha prezzo!
L'ultima sera la dedichiamo al teatro: Dany, Vale e Tony vanno al teatro del Bellagio per vedere l'"O" del Cirque du Soleil, Bea e Ale prendono il taxi fino all'MGM per assistere al Kà.
Le recensioni definiscono il Cirque come un misto di arte circense, illusionismo, teatro, magia. Ma quando esci dopo aver visto uno spettacolo di questi artisti e acrobati canadesi, l'unica cosa a cui pensi è: che esperienza indescrivibile.
L'"O" (pronuncia di "acqua", "eau", in francese) è uno spettacolo che racconta di un mondo fantastico. Il palcoscenico, formato da una piattaforma mobile, lascia spazio a una piscina di 1,5 milioni di galloni d'acqua. E a quel punto è un momento di stupore dietro l'altro: ballerine, contorsionisti, trapezisti, pagliacci, altalene, cavalli di giostra, tuffi da decine di metri... la trama perde qualsiasi significato, e l'unica alleata rimane l'immaginazione. Il biglietto non costa poco, ma lo rivedremmo volentieri! Lo stesso Ale e Bea, che però preferiscono vedere un altro lavoro di questa affascinante compagnia: scenografie e cambi di scena da urlo, come da aspettative; fuochi d'artificio e un palcoscenico che, combattendo la forza di gravità, arriva a disporsi in verticale lasciando gli acrobati cadere nel vuoto...
Las Vegas non sarebbe Las Vegas senza il Cirque!
All'uscita incontriamo Derio e Pamela, due amici di Usaontheroad, che ci fanno compagnia per un mojito e una birra prima di andare a dormire. Li salutaiamo: domani tornano a casa.
Noi invece dobbiamo continuare: c'è la Route 66 da finire. Los Angeles arriviamo!
ciao ragazzi ho dato uno sguardo rapido al blog visto che sono ancora sotto effetto fuso
RispondiEliminaun abbraccio e buon rientro
Derio